Fondazione Fashion Research Italy: a Milano Home “la folle avventura” del Cav. Masotti
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Fondazione Fashion Research Italy: a Milano Home “la folle avventura” del Cav. Masotti

Il suo cuore pulsante della Fondazione è un archivio tessile dal grande valore culturale, artistico e progettuale: 30.000 disegni antichi e moderni su carta e tessuto e 5.000 volumi d’ispirazione e oltre 2.500 campioni di tessili, accessori e packaging con caratteristiche di sostenibilità. Catalogati e digitalizzati, sono a disposizione di uffici stile, designer e confezionisti per la progettazione di collezioni che valorizzano la tradizione Made in Italy nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori

Un imprenditore illuminato il Cav. Alberto Masotti, fondatore di F.FRI, un'organizzazione no-profit nata nel 2015 a Bologna, con l'ambizione di valorizzare l’heritage delle manifatture italiane, affiancandole nelle sfide del progresso attraverso attività di consulenza e percorsi di formazione mirati.


Il suo cuore pulsante è un archivio tessile dal grande valore culturale, artistico e progettuale: 30.000 disegni antichi e moderni su carta e tessuto e 5.000 volumi d’ispirazione e oltre 2.500 campioni di tessili, accessori e packaging con caratteristiche di sostenibilità. Catalogati e digitalizzati, sono a disposizione di uffici stile, designer e confezionisti per la progettazione di collezioni che valorizzano la tradizione Made in Italy nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. Un polo didattico, archivistico ed espositivo legato al territorio che lo ospita di cui valorizza le eccellenze attraverso mostre, talk e approfondimenti sui canali digitali che lo hanno reso negli anni luogo d’incontro, ispirazione e aggiornamento per addetti ai lavori e giovani.

 

 

La nostra intervista al Cav. Alberto Masotti, fondatore Fondazione Fashion Research Italy

 

 

Come nasce Fashion Research Italy? Quali sono i temi cari alla sua Fondazione?

 

La ringrazio per questa prima domanda che mi dà modo di spiegare perché, dopo oltre cinquant'anni alla direzione di un brand di rilievo internazionale, nel 2015 ho deciso di cimentarmi in questa folle avventura. I miei collaboratori lo chiamano “atto di coraggio” e le assicuro che ce ne è voluto molto, insieme a una grande costanza e passione da parte di tutti che ha reso il mio desiderio realtà.


Un luogo dove dare visibilità alla straordinaria storia della moda italiana e al contempo scriverne il futuro, facendo incontrare chi ha dalla sua una lunga e preziosa esperienza con i giovani, pieni di idee e voglia di fare. Una struttura agile, che desse loro gli strumenti, teorici e pratici per lavorare insieme stimolando gli uni la creatività degli altri attraverso la condivisione di storie di vita di valore.

 

Dopo otto anni, oggi F.FFRI è tutto questo: organizziamo corsi, consulenze, mostre, talk e rubriche digitali per condividere con più persone possibili l’importanza dell’heritage e della sostenibilità. 

 

 

Quanto è importante l'artigianalità per lei e per il Made in Italy?

 

Le donne più importanti della mia vita sono state artigiane: mia nonna Adalgisa confezionava corredi per i matrimoni delle famiglie del quartiere e mia madre Ada ha passato l’infanzia a giocare con i ritagli di stoffa prima di seguire le sue orme. Sono sempre stato affascinato da quella manualità che poi ho ritrovato nella mia carissima moglie Olga, designer di meravigliose collezioni di corsetteria e costumi da bagno La Perla, storico marchio per anni sinonimo del perfezionismo e gusto tipici della tradizione sartoriale made in Italy.

 

Passione, abilità e dedizione, questo per me è il lavoro dell’artigiano, dell’artista - così lo chiamerei oggi. Dopo aver ceduto il passo alle nuove generazioni nell’ideazione di lingerie contemporanee, continuo a ricercarlo nelle forme più alte di maestria che il nostro Paese custodisce gelosamente, a volte con il rischio che vengano ombreggiate dalle potenzialità di nuovi saperi più all'avanguardia. Gravissimo! A mio parere le due cose non sono in contrasto, anzi, perché non immaginare un’intelligenza artificiale in grado di modernizzare la Stampa Romagnola?

 

 

Il vostro spazio a Milano Home è dedicato proprio alla rivisitazione di questa secolare tecnica. Quali sono le nuove ispirazioni? 

 

Dando vita a questa Fondazione, ho ritenuto di dedicare molto spazio alla formazione, ma tutto nacque dall’acquisizione qualche anno prima di un fondo di arte tessile tra i più importanti del mondo.

 

Una raccolta di oltre 30.000 disegni dei più grandi grafici degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, fino ai nostri giorni. Acquerelli, tempere, collage e le tecniche più diverse, rigorosamente realizzate a mano su carta e tessuto su commissione degli stilisti che poi hanno reso queste stampe delle icone del fashion italiano. Questo patrimonio rischiava di essere smembrato e disperso per il mondo, ho quindi ritenuto prioritario mantenerlo in Italia quale testimonianza dell’inimitabile tradizione tessile del nostro Paese. Da qui il nome che ho scelto per la fondazione - Fashion Research Italy - perché avrebbe messo questo patrimonio a disposizione dei nuovi designer che avessero ancora il desiderio di fare ricerca tra queste variegate fantasie per alimentare la propria creatività.

 

Ed è proprio questo che hanno fatto gli otto maestri della stampa a ruggine che a inizio 2023 quando hanno preso parte al progetto Tradizione Futura. Si sono immersi tra le meraviglie dei nostri caveaux, lasciandosi ispirare nell’immaginazione di nuove creazioni, al confine tra arte e alto artigianato, protagoniste della mostra poi aperta al pubblico da maggio a luglio in collaborazione con l’Associazione Stampatori Tele Romagnole, Ostinelli Seta e Bonaveri.

 

 

Quanto è importante per voi il tema della sostenibilità?

 

Valorizzare la cultura d’impresa è una mission che ci fa guardare indietro, per valorizzare quanto di buono è stato fatto e trarne insegnamento. Ma, per essere di concreto supporto alla competitività di un sistema in continua evoluzione come quello della moda, occorre anche restare molto attenti ai cambiamenti del presente e a quelli che verranno. Tra le più importanti sfide in atto, c’è certamente quella della sostenibilità, a cui nessuno può sottrarsi per la semplice ragione che - insieme a quella del digitale - è quella più pressante per il nostro settore. Dal 2020 quindi in Fondazione abbiamo lavorato per aiutare i brand a orientarsi nelle loro scelte produttive, cercando di favorire l’adozione di pratiche di confezione più sostenibili. 

 

La stessa Stampa Romagnola, se ci pensa, è un atto di consapevolezza in questa direzione: l’artigianato, coi suoi processi lenti, tramandati immutati nel tempo, e le sue produzioni contenute, rappresenta una vera scelta sostenibile oggi.

 

 

Cosa presenterete dunque dall’11 al 14 gennaio?

 

I Foulard d’artista, che io chiamo anche Foulard d’amore perché non avrebbero visto la luce senza il talento e la dedizione degli artigiani di cui parlavo e delle loro famiglie. Con pazienza e accuratezza hanno infatti inciso una selezione di fantasie del nostro archivio tessile sulle loro matrici di legno per decorare, a colpi di mazzuolo, metri e metri di seta. Quando gli organizzatori di Milano Home ci hanno proposto di prendere parte alla fiera, ci è sembrata un’occasione imperdibile per dimostrare ai molti visitatori come un’arte antica possa tornare assolutamente attuale spaziando dal mondo della moda a quello dell’arredamento. 

 

Ma non le dico di più perché spero che in molti si prendano il tempo necessario per lasciarsi stupire dalla bellezza che il Made in Italy sa ancora offrire!